Ricordiamo la Festa della Liberazione e l'anniversario della Resistenza

Oggi, 25 aprile 2019, si celebra il 74°esimo anniversario della Liberazione dell'Italia dal governo fascista e dall'occupazione nazista. La data venne scelta dai CLN poiché proprio il 25 aprile, da Milano, partì l'appello per l'insurrezione armata della città, che all'epoca era la sede del comando partigiano.

Viene anche definito l'anniversario della Resistenza, in quanto si rende omaggio ai partigiani che dal 1943 hanno contribuito alla Liberazione attraverso anni di lotta. 

In Italia i partigiani si costituirono dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e il movimento, inizialmente non molto numeroso, assunse poi consistenza grazie ad un'ampia partecipazione popolare.

I partigiani combatterono due guerre: una civile contro il collaborazionismo fascista e una di liberazione contro l'occupazione nazista. 

L'azione venne guidata dai Comitati di Liberazione Nazionali (CLN) e molto zone, grazie alla resistenza partigiana, vennero liberate prima dell'arrivo degli alleati. 

Tuttavia le rappresaglie Tedesche furono tremende, lo testimoniano i 335 civili massacrati a Roma nelle Fosse Ardeatine e la strage di Marzabotto, nei pressi di Bologna, dove si contarono 1830 vittime.

Oltre alla Resistenza armata fu molto importante anche lo Sciopero Generale del 1944, il quale riuscì a bloccare l'intera produzione del triangolo industriale.

Nella primavera dl 1945 le truppe Anglo-Americane entrarono in Italia e ruppero la linea gotica, che si sviluppava all'epoca da La Spezia fino a Rimini e dilagava poi nella Pianura Padana.

Successivamente, il 25 aprile, la Resistenza organizzò l'insurrezione decisiva che mise in fuga lo stesso Mussolini, poi giustiziato.

Ora vi chiederete come mai, una pagina che si occupa di meteorologia come la nostra, si sia dilungata in questo excursus storico e la domanda e ogni modo legittima. 

La risposta, secondo noi, sta nell'importanza di questa giornata anche alla luce del periodo storico che sta nuovamente vivendo il nostro Paese. 

I movimenti neofascisti stanno riprendendo piede, probabilmente spinti da sentimenti di rabbia o paura indotti dalla stessa società che molto raramente riesce a garantire o quanto meno prospettare un parvenza di futuro ai suoi cittadini. Paura che poi si ripercuote e viene trasmessa dai genitori ai figli e cosi via. 

Riteniamo inoltre che sia importante fare cultura in tutti gli ambiti e farla in modo sano, senza dimenticare gli errori o meglio gli orrori del passato. 

Da un punto di vista scientifico-culturale potremmo benissimo ripartire dal nostro dettato costituzionale che forse meglio rappresenta una risposta forte al fascismo e al nazismo: " Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." 

Oppure potremmo ripartire dalla decisione del processo di Norinberga, a lungo discussa in quanto in linea teorica nessun cittadino può essere punito per un fatto che non è considerato reato dalla legge penale del proprio Stato. Tuttavia su cosa si basarono i giudici? sul riconoscimento di leggi "naturali" ovvero di leggi già presenti nell'ordinamento in quanto proprie della collettiva. I concetti di crimini contro l'umanità, di crimini contro la pace, oltre ad essere riconosciuti già all'epoca in apposite convenzioni (che tuttavia non erano state ratificate dalle Potenze dell'Asse), erano principi che nessuno avrebbe mai potuto negare, in quanto connaturati nell'essere umano stesso, come a dire che questa violenza non è riconosciuta come qualcosa di normale dalla collettività, ma è sempre stata vista come qualcosa di malato, di non sano, che va cambiato, preferibilmente senza ricorrere ad altra violenza. 

Festeggiamo e ricordiamo dunque una giornata molto importante per il nostro paese, una giornata di resistenza e di amore verso la vita. 

Concludiamo con le ultime parole di Romolo Iacopini, 45 anni, operaio specializzato della Scalera Film di Roma.

 

Cara adorata madre, 

non avrei mai creduto di darti tanto dolore, ma il destino ha voluto cosi, quindi ti chiedo perdono a te come pure ai miei cari fratelli, sorelle e amici.

Mamma cara, tu sola mi comprendi e sostieni questo terribile momento e non mi resta che dirti addio e farti gli auguri per una vita migliore della mia.

Auguro pure che la nuova Italia sia più forte, degne e libera per le nuove generazioni. Mi  andare sento veramente un Italiano, contento di alla morte invocando la tua benedizione.

Ti bacio e vi bacio tutti

il vostro Romolo.

 

Gianni Ferri Bontempi

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